Perché mi tocca scrivere un articolo su che cos'è il coaching e perché è diverso dal mentoring, dalla consulenza o dalla formazione? Perché la gente usa le parole alla cazzo di cane, creando confusione nella mente delle persone che devono scegliere le persone giuste a cui affidarsi. Semplice. 🤣
Le tipologie di lavoro possono sembrare simili, ma in realtà non lo sono.
Santo Wikipedia dice:
"Il coaching (o affiancamento e guida) è una metodologia di sviluppo personale nella quale una persona (detta coach) supporta un cliente o allievo (detto coachee) nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale, professionale o sportivo. Un coach fornisce il suo supporto verso l’acquisizione di un più alto grado di consapevolezza, responsabilità, scelta, fiducia e autonomia."
La base del coaching è un po' la maieutica: una grossissima parte di ascolto iniziale, poi una parte di dialogo con il coachee attraverso le cosiddette "domande potenti", che sono precise e fatte nel momento giusto.
Un coach deve mettersi in ascolto non solo delle parole che escono dalla bocca della persona che ha davanti a sé, ma anche del linguaggio del corpo (ad esempio farà caso se la persona è in ansia in base a come la vede respirare).
Il coach si adatta al ritmo della persona che ha davanti, è una pratica molto personalizzata sull'individuo e sull'obiettivo che vuole raggiungere.
Secondo l'ICF (International Coaching Federation) servono almeno 60 ore di formazione + 75 ore di tirocinio per potersi fregiare del ruolo di coach.
Il metodo Grow è il metodo base - l'autore possiamo definirlo il papà del coaching moderno.
Una pratica molto utile all'interno del coaching è quella del "Reality Check".
Il Reality Check è molto interessante, perché ti aiuta a capire se i tuoi desideri sono realizzabili, fattibili - il cosiddetto e dolorosamente utile "bagno di realtà".
Se hai 65 anni e vuoi diventare cardiochirurgo, col cazzo che "se vuoi puoi". Ma il coach non può dire nemmeno "guarda che non puoi", però può farti una serie di domande che ti farà comprendere se puoi davvero raggiungere quell'obiettivo oppure no.
"Quanto dura l'università di medicina?"
"Quanto dura la specializzazione?"
"Quanto ti impegna giornalmente?"
"Come stanno le tue mani? I tuoi occhi? E come staranno quando avrai finito di studiare?"
E così via.
Il Reality Check funziona anche in positivo, per smontare convinzioni limitanti e meccanismi di autosabotaggio (finché non si va a toccare tematiche molto profonde che vanno affrontate attraverso un percorso di psicoterapia).
"La consapevolezza è la chiave.
Se non ci arrivi prima tu, non fai progressi."
Il coach non ti dice mai "si fa così". Il suo ruolo non è dare consigli, non è un amico.
Significa dare responsabilità alla persona.
Il coach ti aiuta a sviluppare un metodo da replicare nel tempo.
Sempre santo Wikipedia ci dice:
"Il mentoring è una metodologia di formazione che fa riferimento a una relazione (formale o informale) uno a uno, tra un soggetto con più esperienza (senior, mentor) e uno con meno esperienza (junior, mentee, protégé), cioè un allievo, al fine di far sviluppare a quest'ultimo delle competenze."
E tutte le volte che leggo questa frase mi viene in mente il buon Aristotele che se ne andava a passeggio per i giardini con i suoi allievi: me lo immagino un po' come Gandalf, vestito di bianco, che chiacchiera placidamente di massimi sistemi; ce lo vedo mentre gesticola teatralmente, indicando il sole, gli alberi, il nulla cosmico.
Ogni tanto fa una pausa e i suoi allievi si spaparanzano al sole come tanti piccoli hobbit, e uno di loro si avvicina al maestro e si prende il suo speciale momento di mentoring: gli fa le domande che non ha avuto il coraggio di fare davanti a tutti, perché pensa che siano stupide, o perché riguardano la lezione precedente e non voleva interrompere il flusso di pensieri del suo mentore.
Ok, il Signore degli Anelli non c'entra nulla, ma l'antica Grecia sì: Mentore era l'amico fidato di Ulisse, il quale gli aveva affidato l'istruzione del figlio Telemaco per prepararlo alla successione al trono (sempre santo Wiki eh, io in realtà sono ignorante come una scarpa).
Mentoring...
Mi vengono in mente anche le Mentos… Pillole rinfrescanti, ma di saggezza.
*questo è materiale da meme raga*
Scusa, sto divagando.
Una parola: contenuti.
Il coach ti aiuta a tirar fuori il meglio di te e a sviluppare un metodo tutto tuo. Ti fa un sacco di domande.
Il mentore ti fornisce idee e contenuti, mostrandoti quello che ha messo in pratica nel suo percorso e ha funzionato per lui/lei. Il concetto è: "Io ho fatto così, prova anche tu".
La consulenza è il "fatto per te": fornisci le coordinate e gli obiettivi da raggiungere, il/la consulente traccia un percorso fatto su misura per la tua situazione.
La figura del consulente può creare una soluzione diversa da quella che intraprenderebbe per se stessa e il suo obiettivo non è lavorare sul tuo mindset, né di fornirti un metodo: crea soluzioni circoscritte in situazioni specifiche, mostrandoti solo il risultato. Non il processo.
La formazione si può racchiudere nell'espressione: "Fattelo da solə".
E-book, video corsi, articoli di blog, tutti i contenuti che puoi trovare on demand fanno parte di questa categoria: io ti spiego come lo farei, come ho fatto o come andrebbe fatto. Tu poi scegli cosa fare.